Packaging for Millenials

I consumatori, così come possono cambiare le preferenze nei confronti di un prodotto, possono farlo anche rispetto alla percezione del suo involucro ed è per questo motivo che ogni azienda ha il dovere di mantenersi aggiornata sia lato prodotto che lato packaging: qualunque fenomeno o evento può incidere sui gusti degli acquirenti, fino a rivoluzionarli completamente.

Le aziende sono solite adottare scrupolose strategie previsionali nei confronti dei cambiamenti. Queste, infatti, tendono ad analizzare quei gruppi di persone con lo stesso tipo di comportamento, quegli individui che oltre ad avere la stessa esposizione al fenomeno condividono anche lo stesso tipo di reazione: le generazioni.

Oggi è la generazione millenaria composta dai “Millenials”, ossia i nati tra il 1981 e il 1995, ad essere al centro di numerosi studi e campagne di marketing. Essi sono un ampio segmento della popolazione (nel 2020 raggiungeranno il 25% degli abitanti in USA e UE) e la prima generazione della storia ad essere completamente digitalizzata e ad avere raggiunto l’età adulta nel nuovo millennio. Non sono nativi digitali, come le persone della Generazione “Z”, detta anche generazione delle reti, attualmente adolescenti, al massimo ventenni. I Millennials hanno una grande dimestichezza con le tecnologie digitali, nello stesso modo in cui hanno una forte consapevolezza delle scelte di consumo che compiono ogni giorno.

Nell’ambito del packaging, i Millenials prediligono l’utilizzo di materiali sostenibili e riciclabili ed attribuiscono una considerevole importanza alla provenienza dei prodotti, comportamenti che stanno progressivamente estendendosi ad altri segmenti di persone. L’attenzione per l’ambiente e la tracciabilità della produzione diventeranno per le aziende, ed in parte sono già diventate, fattori imprescindibili.

I Millenials, inoltre, tendono ad affidarsi alla tecnologia per rendersi più facile la vita. Per risparmiare tempo e denaro, ad esempio, sono molto attivi nell’utilizzo dell’e-commerce e recentemente, oltre agli acquisti on-line, sta esplodendo il fenomeno del Food Delivery. Se questo da un lato sta indebolendo la componente tipicamente estetica del packaging per finalità di marketing, sta anche facendo crescere la necessità di materiali termo-efficaci e capaci di preservare le proprietà del prodotto fino alla sua consegna; un’altra conseguenza dei cambiamenti in atto è che, per alcuni tipi di prodotti (sia Food che Non-Food), i Millenials sono interessati ad una confezione personalizzata e/o a tempo limitato, che consenta loro un’esperienza di acquisto unica.

 

LESS IS MORE | COMPACT SOLUTIONS

 

Riducendo gli ingombri di un macchinario si hanno degli importanti benefici che vanno sempre tenuti in considerazione; infatti, un minore ingombro, non solo consente di muoversi intorno ad un macchinario in maniera veloce e con un maggiore spazio di manovra, ma anche di guadagnare superfici disponibili all’interno dello stabilimento di produzione che possono essere

impiegati, ad esempio, per aumentare la capacità produttiva.

È per questi motivi che il tema dei ridotti ingombri, oltre alla velocità, alla versatilità e alla qualità, è sempre più presente nei processi decisionali di acquisto.

Questa esigenza è stata da tempo fatta propria dal Reparto Tecnico di Altopack che si è dedicato alla realizzazione di macchine sempre più compatte e, allo stesso tempo, facilmente accessibili per interventi da parte degli operatori.

La confezionatrice modello AVE, ad esempio, presenta dimensioni molto ridotte rispetto ai suoi simili.

Si pensi che le sue misure sono quasi le stesse della iconica Fiat Nuova 500 del 1957:

> Lunghezza AVE: – 5mm rispetto fiat 500

> Larghezza AVE: + 9,7cm rispetto fiat 500

Come non citare, inoltre, la famosa PQ80 che attualmente rappresenta la massima espressione di questa filosofia progettuale orientata ad ottenere macchine ad altissime prestazioni ma di ingombri ridotti.

La recentissima versione con le bobine in-linea ne è ulteriore dimostrazione: questa macchina, concepita per confezionare pacchetti a doppio fondo quadro, in larghezza occupa lo stesso spazio occupato dalla AVE mentre in lunghezza, per rendere ancora meglio l’idea della sua compattezza, è addirittura minore rispetto ad una Porsche 911 carrera di ben 214 mm.

(Lunghezza PQ80 4305 mm // Lunghezza Porsche 911 carrera 4519 mm).

È risaputo infine, quanto in fatto di volumi le cartonatrici non abbiano buona fama essendo, generalmente, piuttosto ingombranti e massicce.

È proprio con il fine di sfidare questo pregiudizio che Altopack vi preannuncia la nuova cartonatrice UNIO che prossimamente entrerà a far parte della sua famiglia di macchinari.

In questa piccola anticipazione possiamo svelare che le dimensioni del corpo macchina saranno all’incirca 4690 mm di lunghezza e 2122 mm di larghezza: per fare un paragone, rimanendo nel campo motoristico, più o meno quanto una Lamborghini Aventador, mentre la lunghezza del magazzino cartoni sarà all’incirca di 1694 mm, ovvero quanto una Vespa 50 special del 1972.

INCREDIBILE VERO?! UNA LINEA DI PRODUZIONE ALTOPACK COMPOSTA DA UNA CONFEZIONATRICE E DA UNA CARTONATRICE POTREBBE ADDIRITTURA ENTRARTI IN GARAGE!!!

E AVANZEREBBE ANCHE SPAZIO ….

Art of Packaging

 

Da sempre il Claim che utilizziamo è Art of Packaging, ritenendo che rappresenti efficacemente la nostra identità di azienda che vuole unire ingegno, bellezza e personalizzazione. In più crediamo che le soluzioni da noi proposte siano come il pennello o la tavolozza per l’artista, ovvero quel mezzo che fa da tramite tra l’idea e la sua realizzazione.

L’attenzione rivolta al packaging è sempre stata un elemento cruciale in quanto ogni rivenditore sa bene che è impossibile dividere il prodotto dal suo involucro. L’acquirente desidera comprare un determinato prodotto con una determinata confezione, quindi spesso per poter vendere un prodotto bisogna prima vendere la sua confezione. Ed è qui che nasce l’arte!

Il packaging assume quindi la forma di un vero e proprio fenomeno artistico, vengono ricercate forme sempre più particolari e azzardate mentre altre aziende differentemente mantengono da sempre le stesse caratteristiche e le stesse forme, facendo di quell’involucro un’icona in termini di riconoscibilità.

Il più famoso esponente della Pop-Art disse “Una Coca Cola è sempre una Coca Cola e non c’è quantità di denaro che possa farti comprare una Coca Cola più buona di quella che l’ultimo dei poveracci si sta bevendo sul marciapiede sotto casa tua. Tutte le Coca Cola sono sempre uguali e tutte le Coca Cola sono buone. Lo sa Liz Taylor, lo sa il Presidente degli Stati Uniti, lo sa il barbone e lo sai anche tu”. 

Andy Warhol è forse il primo artista a replicare la filosofia del packaging su tela, riproducendo più volte il famosissimo barattolo di Tomato Soup della Campbell’s in diversi colori con diversi sfondi, chiuso e aperto, questo “bombardamento costante” delle stesse immagini, ha lo scopo di colpire in maniera subliminale, attivando inconsciamente quel meccanismo del “riconoscere”, come la pubblicità.

Molti altri, in seguito hanno tratto ispirazione dal mondo del packaging, ed oggi con l’avvento dei social media accade sempre più spesso di vedere opere su questo tema come quelle di Yung Jake, giovane artista americano venuto alla ribalta con internet.

È ovvio che ogni autore utilizza le sue opere per comunicare in modo originale un messaggio e, nel tempo, quello del riuso sta prevalendo sugli altri.

In questo ambito, particolarmente stravaganti sono i kirigami realizzati dall’artista giapponese Haruki partendo dall’imballaggio di prodotti popolari come il classico tubo delle patatine Pringles che si trasforma in un simpatico personaggio con la faccia di Julius Pringles, simbolo del celebre marchio.

In conclusione, lungo la storia del packaging si possono leggere i cambiamenti della società contemporanea e, per contaminazione, i suoi riflessi nel mondo dell’arte.

Non è un caso, dunque, che il National Museum of Singapore abbia aperto in queste settimane un’esibizione Packaging Matters sulla storia del food packaging locale (visitabile dal 6 Apr al 15 Sept).

P.S. Alla fine era impossibile non lasciarsi catturare anche noi da un attacco artistico. Diversamente dai nostri predecessori però, decidiamo di non prendere ispirazione dal pacchetto ma da ciò che lo genera!

Premio de diseño 2018 e il Premio a la calidad del producto | Fiera FIHAV 2018 dell’Avana

Il 2018 si chiude per Altopack con il raggiungimento di un altro importante traguardo: durante la 36esima edizione della Fiera de L’Avana, il principale evento fieristico multisettoriale del Centro America a cui abbiamo partecipato, la nostra confezionatrice mod. PQ 80 ha ricevuto i due riconoscimenti: Premio de diseño 2018 e il Premio a la calidad del producto. La premiazione si è svolta al Palacio de las Convenciones l’ultimo giorno di fiera, lo scorso 2 novembre 2018.

 

Vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno mostrato interesse per i nostri prodotti.

Il Team Altopack

https://www.youtube.com/watch?v=dbe6hdCQiJM